venerdì 17 gennaio 2014

Raj Patel - I padroni del cibo

Raj Patel - I padroni del cibo


Raj Patel è un personaggio indiscutibilmente affascinante. Persona di grande spessore e cultura, Patel ha lavorato per la Banca mondiale e per il Wto, prima di impegnarsi contro queste stesse organizzazioni e le loro controverse politiche economiche.


Questo saggio è indispensabile per farsi un'idea concreta della situazione economica globale e di come tecnocrati e banchieri promuovano la nascita di poli di produzione agricola nei cosiddetti "paesi emergenti", mettendoli in continua competizione tra loro, in un gioco al ribasso, per produrre di più, ad un prezzo sempre minore. Una guerra tra poveri con conseguenze drammatiche. Se la Nestlè nel 2005 ha fatturato 70 miliardi di dollari in beni alimentari, lo deve anche alle sue politiche d'importazione delle materie prime, che le permettono di rivendere il caffè al chilo, ad un prezzo maggiorato di duecento volte rispetto alla cifra pagata ai produttori. Se l'Uganda ha problemi a sostenere la richiesta, nessun problema, basta finanziare la produzione in Vietnam e trasformare quest'ultima in uno dei più grandi produttori al mondo.
Le azioni illegali e speculative, citate da Patel, condizionano tutt'oggi le economie agricole del globo, stravolgendo la condizione di vita di milioni di persone. L'India è un esempio calzante; il colonialismo britannico ha devastato il sistema di mutua assistenza che vigeva tra proprietari terrieri e contadini, i quali avevano diritto ad una parte delle scorte alimentari negli anni di magra. Per non parlare della Rivoluzione Verde che ha originato una conseguente Involuzione Verde che, negli anni '80, ha spinto masse di contadini espropriati a togliersi la vita, avvelenandosi con i prodotti chimici provenienti dall'America. 
Patel è sempre lucido e distaccato quando racconta queste brutalità, eppure lo fa con grande efficacia. Non parla di cospirazioni e società segrete, ma di storia e politica; attraverso fatti documentati e ormai ben noti. Sono le politiche americane del secondo dopoguerra ad aver convogliato la storia globale in un'unica direzione ed aver permesso ad un'unica nazione di dominare il mondo per sessant'anni.
Ad oggi il 40% del commercio alimentare mondiale è controllato dalle multinazionali che, a seguito del boom demografico dell'ultimo mezzo secolo, vogliono accelerare sulla cosiddetta Seconda Rivoluzione Verde, fondata sulla genetica. Si vuole produrre molto di più, anche in condizioni proibitive. Ovviamente la Mission delle multinazionali è quella di trarre grande profitto dalle loro azioni, quindi va chiarito che un surplus alimentare non porterà ad una equa redistribuzione, ma ad una rete sempre più vasta di scambi commerciali globali. Esattamente come la prima Rivoluzione Verde, la seconda sta avendo ripercussioni ambientali molto gravi, ma questa cosa poco importa ai governi corrotti.
In sintesi, il saggio di Patel è un'amara visione di cosa voglia dire globalità economica; una stretta correlazione tra consumi e produzione, di come i primi sono spesso influenzati per adeguarsi alle azioni speculative. 
Il libro è estremamente interessante ed attuale, senza mai scadere nel banale e nel  giudizio soggettivo. Appassionante e scritto in maniera chiara, anche per chi non mastica nulla di economia, il saggio prova a darci una lezione di consapevolezza ed alcuni consigli pratici. Sostenere le etichette Fair Trade, cambiare i nostri gusti dove possibile, mangiare locale e stagionale, comprare agro-ecologico, produrre bio-diversificato, per rendere fertile la terra e non inquinarla. Fondamentale poi tutelare il fattore umano.

Consiglio vivamente la lettura per approfondire le numerose tematiche geo-politiche e storiche affrontate dall'autore e per avere un'immagine più chiara sulla natura umana.     
   

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